Dalla metà degli anni '90 l'Italia ha rappresentato, insieme alla Spagna, il principale paese produttore. In Italia, con riferimento all’annata 2011-2012, l'olivicoltura copre 1,1 milioni di ettari che rappresentano il 58% della superficie totale italiana investita a colture legnose permanenti.
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differenziazione qualitativa dei prodotti di pregio derivanti dal ricco germoplasma nazionale attraverso la loro caratterizzazione, al fine di incrementare i livelli di prezzo di collocamento delle produzioni.
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competitività del comparto attraverso l’abbattimento dei costi di produzione grazie a modelli di coltivazione caratterizzati da elevato livello di meccanizzazione; le alternative sono rappresentate dal sistema di coltivazione intensivo oppure dal modello super-intensivo.
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Le piantagioni intensive, basate su 400-600 piante/ha in forma di vaso (in stile classico e policonico), permettono di ottenere risultati economici positivi, in quanto consentono la completa libertà di scelta riguardo le varietà da coltivare.
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Il sistema di coltivazione super-intensiva consente una notevole diminuzione dei costi di produzione: si basa su 1.600-2.000 piante/ha allevate ad asse centrale che, data la piccola distanza tra gli alberi (non più di 1,5 m lungo la fila), dà luogo a una vegetazione a spalliera o “a siepe”. In questo modo la raccolta può essere affidata a macchine scavallatrici dalla grande capacità operativa (Rallo e Muňoz-Diez, 2010; Caruso, 2012).
Una delle limitazioni più grandi del modello super-intensivo è che solo alcune varietà - le cultivar spagnole Arbequina e Arbosana, e la greca Koroneki - in relazione alla loro contenuta vigoria, sono largamente utilizzate ed adeguatamente conosciute nel loro comportamento. Per superare questo limite, sono in corso diversi progetti di ricerca per identificare e descrivere altre varietà adatte. In Italia diversi programmi di ricerca stanno valutando l'adattabilità del patrimonio varietale locale di olivo.

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Valutazione delle performance di alcune varietà appartenenti al germoplasma regionale nel sistema ad alta intensità, in parallelo alle varietà internazionali largamente utilizzate come le due varietà spagnole Arbequina e Arbosana e la greca Koroneki; raccolta di dati biometrici, fenologici, ecofisiologici, produttivi e agrometeorologici in campi commerciali e in campi sperimentali di confronto varietale.
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Caratterizzazione delle produzioni ottenute dalle diverse varietà e in diversi areali regionali di produzione, attraverso analisi chimiche approfondite (GC, NMR, HPLC ecc.,) da porre in parallelo ai risultati ottenuti per le medesime varietà in altri areali olivicoli a livello globale. Confronto di composizione tra oli ottenuti da varietà locali tra sistema tradizionale, Intensivo e Superintensivo.
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Implementazione di un sistema di gestione della risorsa idrica collegato alla quantificazione dell’Evapotraspirazione Potenziale/colturale calcolata tramite stazione agrometeorologica per la quantificazione di turni e volumi di irrigazione.
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Valutazione di un modello colturale studiato per ottimizzare la composizione varietale dei futuri impianti in ambito regionale.